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La storia della bonifica bellica

La storia ci permette di conoscere con esattezza: tecniche di combattimento, armi impiegate, aree oggetto di scontri, reparti impiegati, danni subiti ecc.. Ciò ci aiuta, purtroppo, solo in parte  a prevedere eventuali ritrovamenti, in quanto una analisi attenta delle varie bonifiche non ci permette di escludere al 100% la possibilità che in quell’area non vi siano residuati bellici posati e/o lanciati  durante i combattimenti, occultati nel dopo guerra o abbandonati da qualche cittadino poco attento o  per eventuale utilizzo futuro. Nell’organizzare un’operazione di bonifica è necessario effettuare un’analisi dei luoghi. Di grande aiuto sono le fonti informative quali:
» i ricordi degli anziani del luogo;
» la letteratura esistente in materia per fatti bellici;
» i rapporti sui bombardamenti stilati dalle Prefetture;
» le analisi fotografiche e le relative interpretazioni;
» i dati di archivio degli Uffici BCM e delle locali Stazioni Carabinieri.

Cessati i combattimenti, il principale problema da risolvere fu quello rappresentato dalle mine e dagli altri residuati bellici. Le mine costituivano l’insidia più diretta e nociva perché occultate e distribuite specialmente nei punti di più facile passaggio e percorrenza, distruggevano sia mezzi che uomini impiegati in attività di questo genere.
L’impiego delle mine era stato largamente usato quale ostacolo attivo laddove erano temuti sbarchi o si svolgevano azioni di resistenza con conseguente sosta da parte di truppe operanti.
Agli sbarramenti delle coste della Sicilia seguirono quelli della costa calabra, delle teste di sbarco di Salerno ed Anzio, della linea “Gustav” sul Volturno ed il Garigliano, su linea “Hitler” a Cassino, quelli della Toscana e dell’Umbria e quelli della linea “Gotica” nelle Marche, nella Romagna, in Toscana e Liguria.
A tali linee principali di sbarramento vanno aggiunte quelle minori di taluni settori costieri.
Altre numerose zone minate furono lasciate qua e là a protezione di depositi, magazzini, comandi, lungo strade ordinarie, ferrovie, canali, idrovie, elettrodotti, impianti industriali, ponti, ecc. .
Precisare oggi il numero e l’estensione dei campi minati sarebbe impossibile, perché molti di essi erano stati nel corso della guerra manomessi, posati senza alcuna registrazione o modificati dai reparti combattenti per esigenze pratiche.
Durante la campagna d’Italia gli Alleati furono arrestati prima sulla linea “ Gustav ” e successivamente sulla linea “Gotica”. Considerato che tutto il potenziale produttivo dell’industria tedesca veniva “inghiottito” dai fronti est “Russia” ed ovest  “Francia” e l’esigua benzina veniva riservata ad aerei e carri armati,tutti i rifornimenti per i restanti fronti di guerra venivano trasportati per ferrovia tramite le due sole linee ferroviarie esistenti :il Brennero e la Tarvisio – Udine – Mestre - Bologna.Tra queste due linee esistevano numerose linee trasversali.Gli alleati, per disarticolare questo flusso dei rifornimenti attuarono il piano “STRANGLE” (strangolamento) volto a colpire incessantemente ponti, nodi, stazioni, scali merci quando non il semplice rilevato ferroviario.Sovente le missioni erano disturbate dalla “caccia” e/o dalla contraerea per cui normale era lo sgancio senza rispettare  i parametri della missione e così molte bombe non si “armavano” in volo e non esplodevano all’impatto. I bombardamenti furono numerosissimi con missioni da una semplice coppia di cacciabombardieri fino alla formazione di fortezze volanti, in quanto distrutto un ponte , i tedeschi facevano ricorso a passerelle mobili “a scomparsa” che mettevano in sito per il passaggio di un treno e poi rimuovevano.
In tale analisi storica utilizziamo due fonti principali di raccolta informazioni:
1) documentazione storica fornita da comandi alleati (USAAF, R.A.F., RA.A.F., R.N.Z.A.F., S.A.A.F.), con raccolta informazioni relative a mappe, planimetrie, missions report, foto aeree, ecc..;
2) documentazione storica fornita da AM competenti, relative ai numerosi interventi per  disattivazione o distruzione ordigni in territorio nazionale,con particolare dettaglio relativamente al Nord e Centro Italia.


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